Mese: Luglio 2021

I don’t like mondays (tell me why?)

Stamattina mi trovavo immerso mio malgrado in alcune considerazioni importanti. Importanti per me, sia chiaro, poi che siano condivisibili è un altro paio di maniche. Mi sono svegliato con una serie di pensieri complessi sulla necessità di fare innovazione nel mio settore, mi chiedevo se sia oggi realmente richiesto uno sforzo per innovare o se tutto ciò che proponiamo vada accettato a prescindere. Perchè alla fine è questa la sensazione che mi pervade sempre più spesso. Ovvero di stare dentro a un calderone che gira all'infinito. Pensavo al mio modo di prendere decisioni importanti, specie ai metodi che uso per conferire una priorità ai progetti e come giustificare la loro valenza in termini di proposta. Nulla di più difficile. Alla fine ho pensato a Bob Geldof, che in uno dei suoi preziosi momenti di lucidità parla di azioni senza senso. Il brano I don’t like mondays, ispirato ad un fatto di cronaca reale ci spiega come alcune idee, benché prive [...]
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Design, spazio ed empatia.

Quante volte ci troviamo faccia a faccia con le decisioni? E quante altre volte Interpretiamo male le parole che ci vengono dette? E quante altre volte non capiamo il senso sottile di frasi e concetti che ci vengono riferiti, utili per la nostra crescita personale e professionale? A tutti è capitato di dover interpretare qualcosa, un essere umano è un grande calderone di ragione ed istinto, in percentuali differenti a seconda di tante questioni.  Fattori personali e sociali, esigenze di diverso ordine e grado stimolano la nostra comunicazione in ambiti spesso imprevisti. E perciò anche imprevedibili. Ma c’è una cosa che possiamo prevedere, c’è un fattore che ci contraddistingue dal puro istinto del mondo animale e che ci dà un vantaggio, giorno dopo giorno. E questo dettaglio di per sé inclusivo si chiama empatia. Che non ha nulla a che fare con la simpatia o l’antipatia, sentimenti comuni e che creano modi di ragionare e di fare anche collettivi. L’empatia [...]
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Un installatore di utopie positive.

Oggi ho preso una lunga, lunghissima pausa, ho pulito lo studio. Voi non avete idea di quanto sporca un architetto che progetta ceramiche. Qualcuno dalle finestre aperte sulla strada mi ha visto stendere tre metri di carta da schizzo sopra i tavoli da disegno e iniziare a canticchiare tra me e me. Ieri avevo disegnato per ore, serata compresa. Ed ho pensato a lungo all'architettura, ma a quella che sa di composizione, di "fatica" come diceva Carlo Aymonino. Ho pensato ai monumenti, alle fontane, e mi tornavano a mente i segni dell'architettura che ho disegnato fino allo stremo delle forze per capirne il significato, la sintesi nella profonda e corretta sintassi, ho pensato a Kahn, a Scarpa, Mies, all'ingenuità coinvolgente di Van Doesburg, a Paolo Soleri, ho pensato a Eisenman di quando "aveva i calzoni corti" come dice il mio prof Paolo Merlini, ho pensato a Sverre Fehn, Asplund e Aalto, un po' anche a Pietro Porcinai perchè vorrei tanto [...]
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Il nome dei futuri possibili.

La ceramica è un bellissimo materiale, è malleabile e si presta a tantissime cose, ma ha un difetto. Parla sempre e solo di se stessa. La ceramica parla da sempre di ceramica e niente altro, e a me questo non interessa. La ceramica può, deve oggi raccontare storie diverse dalla propria, la ceramica è per me un mezzo e non il fine. La ceramica deve raccontare di ognuno di noi, non di chi la fa. C’è chi non sarà d’accordo per ciò che dirò adesso e ci sta, visioni opposte confermano e rivelano nuove dialettiche utili al confronto e alla ricerca, il pluralismo delle visioni progettuali non mi ha mai preoccupato, anzi. C’è però da dire che oggigiorno non ci si può fermare ancora alla sudditanza del fuoco, alla rivelazione fenomenologica di uno spirito nella <materia> che è tema ormai superato dalla ricerca tecnico scientifica e dal nuovo disegno dei luoghi dell’abitare. Il mondo ha bisogno di nuove forme per [...]
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Nuovi inizi, nuove lettere dal futuro.

In ceramica alcuni dettagli sono difficili da riprodurre in termini seriali, più che di fattibilità tecnica. Tipo i dettagli dei nostri R4Robot, costruiti in digitale e stampati in 3D, prima di essere realizzati a stampo e colaggio. Molti pensano però che il processo dall’artigianato più o meno evoluto di oggi all’industria del domani, passi attraverso una semplice implementazione delle macchine e della produttività delle stesse. Prime stampe 3D per la realizzazione dei modelli di produzione del progetto R4Robot che sto seguendo per Millegradi. Nulla di più sbagliato. La soluzione sarebbe troppo semplice, sia in termini monetari che di addestramento di un ipotetico personale tecnico.  Il cambiamento della produzione ceramica deve passare dapprima per una progettazione attenta di tutti i processi, in funzione di una programmazione attenta in termini commerciali, di marketing, di costo generale e applicato ad ogni singola voce di investimento. Offrire - e offrirsi innanzitutto - buone alternative di mercato, invece che alternative di colore, verniciatura, smaltatura, forma, [...]
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