La Bacchetta della Bella Vita

Per Walter Klinkon - HCE Trainer - Illusionista - TEDxSpeaker & Apprendista Stregone Un giorno, un mago senza bacchetta mi chiamò e mi disse: me ne disegni una tutta mia? Ma la vera sfida per me, forse l'unico designer a cui finora hanno chiesto di disegnare una "bacchetta magica", è fare una bacchetta magica... ...funzionante. #Credici Paolo, mi sono detto. E così ho iniziato. Uno dei primi schizzi della Bacchetta della Bella Vita Ho considerato da subito una cosa molto importante, ovvero che il mago Walter Klinkon fonda la sua magia sul concetto di <motivazione>, e che la storia più bella che racconta, ovvero quella che lui chiama “della bella vita”, è la vera magia. Il numero della “bella vita” è la magia che il mago compie raccontando come sia possibile riscattarsi da tutto ciò che consideriamo “impossibile”, perciò limitante per rendere la nostra vita l’opera di cui andare orgogliosi, realizzando i nostri sogni e ciò che più ci sta [...]
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Le macchine che vincono la morte

Tante le notti a disegnare, durante l'afosa estate di due anni fa, a volte in silenzio altre volte al suono di qualche musica che mi ha fatto viaggiare nel tempo e tra i ricordi. È stato il mio rifugio perché ne avevo bisogno, una capanna, una grotta fuori dal tempo presente. Ho pensato a tante cose, ai suoni che ha la memoria, agli uomini, alle donne, al nostro iniziare e al nostro finire, come se fossimo dominati - l'umanità - da un ciclo incessante, legato a qualcosa di regolare, quasi perpetuo ma impossibile a realizzarsi a causa della morte. Ho avuto una visione insomma, ho visto un mondo irreale fatto di soluzione ai desideri più profondi dell'umanità. Di tutta l'umanità, senza divisione tra umanità buona o cattiva, esseri umani su questa terra e basta. Niente giudizi e lo stesso carburante per tutti, la stessa idea e un unico desiderio per dare forma a quelle che ho chiamato "Macchine che vincono [...]
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Se vuoi costruire

Se vuoi costruire lo devi fare lentamente. Che non significa metterci tanto o poco, o andare piano, solo non devi farne sentire il rumore, a nessuno. Fuori non devono sentire le macchine, non devono afferrarne il senso, non devono sapere che pensi, non devono sentire che pendi, o che dipendi, nessuno deve sapere che piangi. Se vuoi costruire lo devi fare da architetto e devi esserne orgoglioso, e felice. Foto Markandré per Demo Ceramics, 2016 Se vuoi costruire devi lasciare andare le macchine, perchè le macchine sono la vita, tu devi amare le macchine che bruciano, che mescolano e che consumano, che fanno male, e devi fare fumo come fanno loro. Se vuoi costruire devi avere con te il metallo, la terra e la luna, se vuoi la notte te la devi comprare e portare a casa. Se vuoi costruire tieni le porte di casa ben chiuse a chiave. E non uscire. Foto Andrea Rinaldi per Demo Ceramics, 2016
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Piccoli Domani WIP

Come avevo già accennato nell'articolo di qualche mese fa -link- i nostri piccoli "Toys", soprannominati appunto Piccoli Domani, grazie alla paternità degli scritti dei bravissimi Andrea Calatroni e Alessandra Ciccotti, sono finalmente pronti per la prima produzione. Lascio ad un prossimo futuro post le notizie su quando e dove li presenteremo, e mi limito ora a mostrarvi le foto delle stampe 3D che la settimana scorsa sono servite per produrre i modelli necessari alla relizzazione del primo stampo originale, al quale faranno necessariamente seguito le repliche, ovvero i veri e propri stampi di produzione. Perchè il 3D Print? Demo Ceramics si avvale quindi anche della stampa 3D, nei casi in cui risulta molto più facile raggiungere soluzioni di dettaglio anche e soprattutto per oggetti di piccole dimensioni e in cui i dettagli sono importanti. Pull-Lovers, La Casa Nuova, Ovosapiens e i nuovissimi Perfino e Mother Oh Mother, sono caratterizzati da linee semplici ma da stereometrie molto forti, volumi che, dialogando tramite incastri e [...]
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ABOUT EGG – Uovo con sorpresa

E niente, sei lì che leggi un interessantissimo articolo che ha come tema l'uovo nella storia dell'arte e ti stai godendo la macchina del tempo da Piero Della Francesca a Fontana e Brancusi quando, improvvisamente e non senza stupore... ti ci ritrovi in mezzo! Grazie mille a Lara Cossalter di ABOUTART per questo omaggio, anche Ovosapiens in tutto il suo ermetismo, ringrazia.  Qui il link all'articolo originale, di seguito ve lo riporto allegato al post. E, inutile dirlo, se vi è piaciuto, iscrivetevi alla rivista di Lara Cossalter, consiglio caldamente!   "ABOUTART | ABOUT EGG 🥚Uovo con sorpresa🥚 Domani i più piccolini ( ma non solo loro) scartano fantastiche uova di cioccolato, ma si sa, non è il guscio che interessa, bensì quello che c'è dentro. Perché l'uovo è innanzi tutto un contenente di sorprese, ma anche di simboli. L'uovo è un simbolo millenario, investito di valenze performative nelle sue diverse declinazioni. La storia dell'arte sceglie questa forma perfetta ( [...]
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Piccoli domani

In pochi sanno che la linea che ho chiamato Toys è composta da ben ventidue pezzi. Sì, ventidue, avete capito bene... poi diventati undici, praticamente la metà. Sono stati disegnati nell'arco di poche ore in una piovosa serata di Aprile, ancora nel lontano 2009. A Settembre dello stesso anno sarebbe nato mio figlio Giovanni, sì è lui lo splendido ragazzino protagonista del primo lavoro fotografico di Demo Ceramics a nome Markandré. Sta il fatto che i Toys sono nati al termine una lunga crisi professionale e di ricerca, mi sentivo svuotato, ogni stimolo mi scorreva addosso come pioggia e se ne andava lasciandomi prosciugato. Ero lento, spogliato dei miei pensieri, stanco per una lavoro durato più di un anno e che mi ha calato nei difficili panni di art director per una grande azienda veneta, oltre all'onere pericoloso e difficile di salvare un loro brand dal fallimento imminente. Ci riuscii, anche per merito di un team che mi seguì passo passo, ma stanco quale ero [...]
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Il suono delle parole

 . La mia ceramica è fatta di segno e senza disegno non avrebbe motivo di esistere, lascerei semplicemente fare agli altri. Condizione essenziale per essere dei bravi compositori è conoscere la musica quindi. Non ho mai creduto nell'improvvisazione se non dopo un'accurata ricerca del proprio suono, dell'assetto ideale su cui costruire un'architettura. Così Andrea Calatroni ha improvvisato, le "Congiunzioni" che accompagnano le storie dei Markandré sono rivelatrici di un mondo coltivato nel profondo delle emozioni, come dello studio di una immagine sempre più nitida di sé, di comprensioni e incomprensioni, di amore, di eros e cadute, di improvvisate e chiarimenti. Andrea lavora con me ormai da un anno, omaggio così il suo esistere nelle mie ceramiche e del loro esistere anche per merito suo. Queste foto che ha scattato Andrea Rinaldi nell'Ottobre scorso in Piana D'Oriente da Renata Bonfanti, testimoniano carattere, felicità, lo stare in piedi dominando con l'ironia, cose che fanno un ritratto quasi dadaista di Andrea Calatroni, ritraendone [...]
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Più Architettura

Io ho sempre questo desiderio, qualcosa che mi ritorna utile per prendere la rincorsa ogni qualvolta voglio inseguire un'idea. Desiderare che ci sia più architettura nella vita di tutti i giorni, che i movimenti e i corpi tutti possano comparire, finalmente, naturali. E questo incessante, mio condizionato portare a correre la paura per definire almeno un confine dritto, severo tra le pieghe di questa forma che il tutto limita e poi libera, mi ricorda chi sono, come in un mantra. La paura è l'ultima definizione dello spazio come non lo intendo io. Vorrei chiederti: he forma vorresti avere, tra tutte le forme che conosci? Oppure ogni tuo desiderio é volere, a tutti i costi, la forma dell'immaginazione? Vi dico io cosa dovremmo fare. Dovremmo avere più architettura, volere più architettura, fare più architettura, fare l'amore dentro l'architettura, non pretendere di godere dentro alla buona edilizia, sarebbe pretendere troppo poco dalle proprie capacità. L'architettura ci rende abili nel gestire le emozioni [...]
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C’è un posto dove vado

C'è un posto lontano dove vanno a finire i pensieri al termine del giorno. Alcuni la chiamano malinconia, altri si abbandonano semplicemente non preoccupandosi delle definizioni e si lasciano alle sue carezze, ascoltandola sussurrare. In questo posto dove non vivono semplicemente le memorie e la nostalgia ma si trasformano i fatti, le repliche dei giorni, in questo posto duro come un sasso dove sedersi al termine di un duello col giorno, si possono incontrare le certezze di cui non si parla a nessuno, le verità dalla testa dura e la saggezza di pochi gesti imparati troppo tempo fa. Nel posto della sera, a sedersi con te ci sono i colori, liberi come non lo sono mai stati prima, perché non li stai vedendo ma li hai dentro, ti stanno scorrendo nelle vene mescolandosi nel rosso del sangue, facendosi verde dei prati e blu delle acque tutte insieme, giallo dei riflessi degli occhi al tramonto o carminio come la pelle sotto l'insegna di quel locale, [...]
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