Le macchine che vincono la morte

Tante le notti a disegnare, durante l’afosa estate di due anni fa, a volte in silenzio altre volte al suono di qualche musica che mi ha fatto viaggiare nel tempo e tra i ricordi. È stato il mio rifugio perché ne avevo bisogno, una capanna, una grotta fuori dal tempo presente.
Ho pensato a tante cose, ai suoni che ha la memoria, agli uomini, alle donne, al nostro iniziare e al nostro finire, come se fossimo dominati – l’umanità – da un ciclo incessante, legato a qualcosa di regolare, quasi perpetuo ma impossibile a realizzarsi a causa della morte. Ho avuto una visione insomma, ho visto un mondo irreale fatto di soluzione ai desideri più profondi dell’umanità. Di tutta l’umanità, senza divisione tra umanità buona o cattiva, esseri umani su questa terra e basta. Niente giudizi e lo stesso carburante per tutti, la stessa idea e un unico desiderio per dare forma a quelle che ho chiamato “Macchine che vincono la morte”. Vincere la morte come paura, come insicurezza, come mancanza di qualcosa che è fortemente desiderato ma non arriva.
Insomma ho disegnato queste macchine che vincono la paura di rimanere soli e isolati.
Ricordo che iniziai a disegnare da piccolo, a due anni appena, perchè me la facevo addosso dalla paura, confesso che ancora è così, altrimenti farei altro. E quindi adesso ve le mostro. Sono macchine madri, macchine padri, il loro carburante viene dalla natura, alcune sono lente e altre veloci, come l’amore, il sesso, belle come la gioia, la vita stessa. Sono dure, non si rompono per strada, si alimentano con l’aria, la pioggia, il ghiaccio e il vento, e se si fermano sono perdute. Sono alte come palazzi, comparse sul pianeta terra così, all’improvviso, vagano per le terre e i mari, durante la notte e il dì e non fanno rumore, non schiacciano nulla di ciò che trovano sul loro cammino, non calpestano quindi, dove passano sono della consistenza delle nuvole e lasciano tutto come prima. Se le tocchi sono durissime, inespugnabili, non si possono aprire e non vi si può guardare dentro. Possono sentire le parole e i sussurri come le grida forti e possono ricevere i baci, che le rendono invincibili, perché sono complete ma anche contemplative. Hanno i colori dei fiori e della terra e il profumo dei luoghi immaginati . Sono macchine che contengono e donano, sono fatte per il concepimento.

Hanno nomi corti, facilmente pronunciabili anche dai bambini e se le vedi passare chiamale, ti risponderanno. Hanno qualcosa che stai cercando proprio in quel momento, sono infatti un dono. Concentrandosi e pensando intensamente al loro nome le si chiama, ovunque si trovino in quel preciso momento partono per raggiungerti e una volta giunte a destinazione ti passano accanto, rilasciando dentro di te ciò che hai chiesto. Le riconoscerai e ti ricorderai di loro, da subito, dopo il loro passaggio, per ciò che hai ricevuto in dono. Puoi chiedere qualsiasi cosa che non sia acquistabile col denaro, tipo la felicità, la gratitudine, un pensiero felice, il coraggio, la gioia, la volontà, amore e amicizia, puoi chiedere qualsiasi cosa sia nell’elenco di ciò che, intimamente, ti è sempre mancato e non sei mai riuscito ad ottenere. E questo perché, in fondo al cuore, ad ognuno di noi è sempre mancato qualcosa.

Ve le presento:

SE – macchina del coraggio

SE – macchina del coraggio. Infonde volontà e forza d’animo, aiuta a prendere decisioni importanti. Puoi chiamarla guardando l’orizzonte e pensando intensamente a cosa vorresti fare accadere, ovunque si trovi lei partirà subito e presto la vedrai apparire da lontano. E’ la più veloce delle macchine, si fa spingere da venti veloci e persistenti, raccoglie acqua al suo interno, che trasforma in nuvole al bisogno, e questo per ricevere altro vento o ancora acqua. Segnala il suo arrivo col vento stesso, passando tra le chiome degli alberi o fischiando tra i tetti delle case. E’ colorata, lucidissima, la sua corazza è di un materiale indistruttibile ma leggero. E’ la più alta tra le “macchine”, misura 160 metri in altezza. Sono riusciti ad effettuarne la misurazione in altezza mentre passava vicinissima al Seagram Building a NYC, sono stati stimati tre metri in aggiunta all’altezza massima del palazzo, di 157 metri quindi. 

MA – macchina dell’amore e dell’amicizia
MA – macchina dell’amore e dell’amicizia. E’ la più lenta tra le “macchine”, perché per amore e amicizia serve tempo, cura e dedizione, quindi parte al richiamo di chi la pensa intensamente e durante il viaggio richiama l’operato della macchina “SE”, in quanto ogni forma d’amore nasce dalla volontà e da decisioni impegnative. In questo modo potrai accorgerti di amare veramente; al contrario, riceverai consapevolezza qualora il suo viaggio raccoglierà altre risposte rispetto a quelle che desideri. L’amore è un mistero, la macchina porta con sè le chiavi per realizzare un sogno, un affetto, ma non istruisce sulle porte da aprire, quello è compito nostro. Si fa sentire delicatamente prima dell’arrivo, perchè nelle giornate calde crea un clima fresco, viceversa durante l’inverno fa fiorire i prati che decide di attraversare. E’ pure lei acquatica, ma a differenza delle altre macchine, lei non naviga, ma si fa trasportare unicamente dalle onde, tempo ne ha a disposizione. La sua corazza rossa come il sangue è leggera e resistente, sempre calda quando il clima è freddo, tiepida nei giorni di sole e in primavera. Profuma di fiori, in autunno sa di calicantus, d’estate porta con sè l’aroma del tiglio. E’ alta circa 25 metri, la più piccolina tra le macchine, l’unica monocromatica, molto luminosa anche sotto la luce della luna.
DADA – macchina della gioia
DADA – macchina della gioia. Dada arriva veloce, per chi vuole essere felice e desidera avere pensieri rilassanti, positivi. E’ la macchina che i bambini amano di più e spesso viene chiamata per i loro genitori. Mentre però i piccoli desiderano incontrare Dada per trovare un a soluzione alla tristezza degli altri, i grandi la chiamano per sè stessi e per un forte bisogno di sorridere e di trovare soprattutto un motivo per farlo, e per riscoprire la gioia anche e soprattutto nelle piccole cose di tutti i giorni, perse per strada crescendo e dimenticandosi così di ciò che possiedono. Dada è una macchina che si sposta ad energia solare, di notte sfrutta la riflessione luminosa della luna ma non risente cali di energia, in quanto durante il giorno accumula una quantità inimmaginabile di energia, si pensa attraverso il grande imbuto posto sulla sua sommità. Si fa annunciare da una musica sempre diversa, le piace valicare monti e colline e sul piano corre veloce, può fare anche le piroette ed è l’unica macchina che può saltare, anche su lunghe distanze. Odora di panna ed è l’unica macchina che al tatto è morbida in alcuni punti e questo, si pensa, perché le piace farsi accarezzare dai bimbi. Qualcuno sostiene che in alcuni casi abbia parlato su interrogazione di qualche piccolo, ma ancora non esistono prove certe di questa sua proprietà di comunicare attraverso idiomi terrestri. E’ alta 65 metri, è volumetricamente la più “compatta” tra le macchine.
EZIO – Macchina della bontà e della gentilezza

EZIO – Macchina della bontà e della gentilezza. Ezio assomiglia a un treno, è una macchina che viaggia accanto a strade ferrate e corsi d’acqua, segue sempre tracce lineari, non disdegna nemmeno lunghi sentieri o percorsi di montagna. E’ sempre indaffarata perché c’è tanto bisogno di gentilezza ed ascolto. Le persone  chiamano Ezio anche solo per essere ascoltate e per poter fare un ragionamento ad alta voce con un amico, ma è un silenzioso consigliere. La presenza di Ezio trasmette conforto e porta alla chiarezza delle parole. Quando arriva Ezio un fumo bianco e denso esce dal suo “camino” e profuma di caffè, infatti tanti lo scambiano per una moka colorata. Si annuncia quindi con un rumore di locomotiva ma dolce, sommesso, come di un ricordo in lontananza. E’ lucente in lontananza ma non abbaglia, quando frena rimbalza un po’ su sè stesso e il tintinnio dei suoi ingranaggi sembra imitare una risata. La sua corazza è spesso fresca e serve pure per fare ombra all’aperto. Dicono che di notte non si muova ma che ami sostare nei pressi di piccole stazioni ferroviarie e ricoveri di locomotive storiche. Di giorno rallenta nei pressi delle stesse e fischia come una vecchia locomotiva in segno di saluto e rispetto per i suoi “parenti” terrestri. Ezio è alto 38 metri appena, la seconda macchina più piccola dopo MA.

NICO – Macchina delle storie e della memoria

NICO – Macchina delle storie e della memoria. Un giorno noi non ci saremo più e qualcun altro erediterà la nostra storia, le nostre vite saranno raccontate come qualsiasi evento storico, se lasceremo dei segni, anche piccoli, nell’arte, nella scienza, come negli affetti di chi ci vorrà ricordare per ciò che siamo stati. Se vuoi raccontare la tua storia o quella di chi per te è stato importante o a cui hai voluto bene allora Nico è il tuo “Mercurio”. Nico è come una biblioteca, funziona come una immensa, infinita enciclopedia di suoni, parole, musiche, immagini, volti, profumi ed emozioni. La sua memoria è prodigiosa e non si ha idea di come sia fatto il suo grande “cervello”. Nico non emette suoni propri, bensì restituisce le informazione con la stessa voce con cui gli sono state raccontate, proprio come un grande registratore. Tra l’altro Nico proietta immagini, perché può registrare qualsiasi ambiente con cui entra a contatto e lo fa con proiezioni a trecentosessanta gradi. Senza dubbio registra ciò che gli piace anche quando viaggia, gli piace regalare immagini e riprese video a chi lo chiama. Le sue stampe e la definizione dei suoi filmati superano per definizione e qualità di colore qualsiasi tecnologia ad oggi conosciuta per la riproduzione stampa e video. E’ una macchina leggera e agile negli spostamenti, ha buona resistenza anche sulla neve e valica agilmente qualsiasi montagna, anche innevata. Ama gli animali e spesso li riprende durante i suoi lunghi viaggi. Nico è presente anche nelle zone di guerra, vista la necessità dei meno fortunati di tramandare messaggi e lasciare testimonianze preziose per i propri posteri. Nico è alto 100 metri, dimensione adatta per vedere anche a lunghe distanze.

Le macchine sono ora su carta e stanno attendendo. Attendono di essere realizzate e io attendo l’occasione di poterle mettere finalmente alla luce. I disegni che rappresentano le mie “macchine” sono realizzati su un unico supporto carta da spolvero di dimensioni 300×75 cm, la tecnica è mista, grafite e pastello con alcune zone trattate a penna e pennarello pantone.

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