Mese: Marzo 2017

Il suono delle parole

 . La mia ceramica è fatta di segno e senza disegno non avrebbe motivo di esistere, lascerei semplicemente fare agli altri. Condizione essenziale per essere dei bravi compositori è conoscere la musica quindi. Non ho mai creduto nell'improvvisazione se non dopo un'accurata ricerca del proprio suono, dell'assetto ideale su cui costruire un'architettura. Così Andrea Calatroni ha improvvisato, le "Congiunzioni" che accompagnano le storie dei Markandré sono rivelatrici di un mondo coltivato nel profondo delle emozioni, come dello studio di una immagine sempre più nitida di sé, di comprensioni e incomprensioni, di amore, di eros e cadute, di improvvisate e chiarimenti. Andrea lavora con me ormai da un anno, omaggio così il suo esistere nelle mie ceramiche e del loro esistere anche per merito suo. Queste foto che ha scattato Andrea Rinaldi nell'Ottobre scorso in Piana D'Oriente da Renata Bonfanti, testimoniano carattere, felicità, lo stare in piedi dominando con l'ironia, cose che fanno un ritratto quasi dadaista di Andrea Calatroni, ritraendone [...]
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Più Architettura

Io ho sempre questo desiderio, qualcosa che mi ritorna utile per prendere la rincorsa ogni qualvolta voglio inseguire un'idea. Desiderare che ci sia più architettura nella vita di tutti i giorni, che i movimenti e i corpi tutti possano comparire, finalmente, naturali. E questo incessante, mio condizionato portare a correre la paura per definire almeno un confine dritto, severo tra le pieghe di questa forma che il tutto limita e poi libera, mi ricorda chi sono, come in un mantra. La paura è l'ultima definizione dello spazio come non lo intendo io. Vorrei chiederti: he forma vorresti avere, tra tutte le forme che conosci? Oppure ogni tuo desiderio é volere, a tutti i costi, la forma dell'immaginazione? Vi dico io cosa dovremmo fare. Dovremmo avere più architettura, volere più architettura, fare più architettura, fare l'amore dentro l'architettura, non pretendere di godere dentro alla buona edilizia, sarebbe pretendere troppo poco dalle proprie capacità. L'architettura ci rende abili nel gestire le emozioni [...]
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